Introduzione
Nell’immensa vastità del cosmo, un uomo ha dedicato la sua vita alla ricerca di risposte a una delle domande più affascinanti dell’umanità: siamo soli nell’universo? Questo pioniere, il cui nome è diventato sinonimo della ricerca di intelligenze extraterrestri, è Frank Drake, un astrofisico e astrobiologo le cui idee rivoluzionarie hanno aperto la strada a un nuovo campo di studio. Attraverso il suo lavoro innovativo, Drake ha sfidato i confini della conoscenza umana, ispirando generazioni di scienziati a esplorare i segreti più profondi dell’universo.
Drake: infanzia e la Formazione
Nato a Chicago nel 1930, Frank Drake ha mostrato fin dall’infanzia un profondo interesse per l’elettronica e la chimica. La sua curiosità per la possibilità di vita extraterrestre è stata accesa all’età di otto anni, quando ha iniziato a riflettere sul fatto che, se la civiltà umana è il risultato del caso, potrebbero esistere civiltà anche altrove nell’universo. Questa intuizione precoce avrebbe plasmato il corso della sua carriera futura.
Drake ha frequentato l’Università Cornell grazie a una borsa di studio del Corpo di Addestramento Ufficiali di Riserva della Marina. Qui, ha iniziato a studiare astronomia, e le sue idee sulla possibilità di vita extraterrestre sono state rafforzate da una lezione dell’astrofisico Otto Struve nel 1951. Dopo aver conseguito la laurea in Fisica Ingegneristica, Drake ha prestato brevemente servizio come ufficiale elettronico sulla nave da guerra USS Albany. Successivamente, ha proseguito gli studi di dottorato in Astronomia all’Università di Harvard, dove ha avuto come relatrice Cecilia Payne-Gaposchkin.
L’Inizio della Carriera e il Progetto Ozma
Dopo il dottorato, Drake ha iniziato la sua carriera di ricerca come radioastronomo presso l’Osservatorio Nazionale di Radioastronomia (NRAO) a Green Bank, West Virginia, dal 1958 al 1963. Qui, ha svolto ricerche sulle emissioni radio dei pianeti del Sistema Solare, scoprendo l’ionosfera e la magnetosfera di Giove e osservando l’atmosfera di Venere. Ha inoltre mappato le emissioni radio dal Centro Galattico.
Nel 1959, Drake ottenne l’approvazione del direttore Otto Struve per avviare il Progetto Ozma, una ricerca di comunicazioni radio extraterrestri. Inizialmente, decisero di mantenere il progetto segreto per timore di essere derisi, ma Drake decise di renderlo pubblico dopo che Giuseppe Cocconi e Philip Morrison pubblicarono un articolo su Nature nel settembre 1959, intitolato “Searching for Interstellar Communications”.
Nel 1960, Drake iniziò le osservazioni del Progetto Ozma, utilizzando il radiotelescopio da 26 metri dell’NRAO, cercando possibili segnali dalle stelle Tau Ceti ed Epsilon Eridani. Nonostante non siano stati rilevati segnali extraterrestri, il progetto attirò l’attenzione mondiale e gettò le basi per lo sviluppo del campo della ricerca di intelligenze extraterrestri (SETI).
L’Equazione di Drake e la Conferenza di Green Bank
Nel 1961, Drake elaborò l’Equazione di Drake, un tentativo pioneristico di stimare il numero di civiltà extraterrestri tecnologicamente avanzate che potrebbero essere rilevabili nella Via Lattea. Questa equazione, considerata la seconda più famosa nella scienza dopo E=mc2, ha fornito un quadro concettuale per affrontare la questione della possibile esistenza di comunicazioni interstellari rilevabili.
In risposta al crescente interesse suscitato dal Progetto Ozma, l’Accademia Nazionale delle Scienze suggerì a Drake di organizzare una piccola conferenza per discutere la natura e il potenziale della ricerca di prove di intelligenza nel cosmo. Nel 1961, a Green Bank, un gruppo di circa una dozzina di scienziati ed ingegneri di spicco si riunì per discutere l’Equazione di Drake e le prospettive future della SETI.
Il Contributo di Drake all’Esplorazione Spaziale
Oltre al suo lavoro pioneristico nella SETI, Drake ha svolto un ruolo cruciale nell’esplorazione spaziale. Nel 1972, ha co-progettato la Placca Pioneer insieme a Carl Sagan e Linda Salzman Sagan, il primo messaggio fisico inviato nello spazio e destinato a essere compreso da eventuali forme di vita extraterrestre tecnologicamente avanzate che lo avrebbero intercettato.
Nel 1974, Drake scrisse il Messaggio di Arecibo, il primo messaggio interstellare trasmesso deliberatamente dalla Terra. Successivamente, ha collaborato con Carl Sagan e Ann Druyan allo sviluppo del Voyager Golden Record, una versione migliorata della Placca Pioneer che incorporava anche registrazioni audio.
L’Insegnamento e la Direzione di Importanti Istituzioni
Drake ha ricoperto ruoli di rilievo in diverse istituzioni accademiche e di ricerca. Dal 1964 al 1984, è stato professore di astronomia all’Università Cornell, dove ha anche ricoperto la carica di direttore dell’Osservatorio di Arecibo dal 1966 al 1968 e del National Astronomy and Ionosphere Center dal 1971 al 1981.
Nel 1984, Drake si è trasferito all’Università della California a Santa Cruz, diventando decano delle Scienze Naturali. Nello stesso anno, è stato fondato l’Istituto SETI, di cui Drake è stato presidente del consiglio di amministrazione. Dal 1989 al 1992, ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio di Fisica e Astronomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche. È stato anche presidente della Società Astronomica del Pacifico dal 1988 al 1990.
Il Retaggio e l’Impatto Duraturo di Drake
Anche dopo il suo ritiro dall’insegnamento nel 1996, Drake ha continuato a promuovere la SETI come professore emerito di astronomia e astrofisica all’Università della California a Santa Cruz e come direttore del Carl Sagan Center dell’Istituto SETI fino al 2010.
L’impatto di Drake sulla ricerca di vita extraterrestre è stato immenso. Ha ispirato molti dei ricercatori SETI di oggi, che da studenti sono stati influenzati dai suoi sforzi. La sua dedizione e la sua passione per la scoperta di altre forme di vita nell’universo hanno acceso l’immaginazione di generazioni di scienziati e del pubblico in generale.
Frank Drake è stato un vero pioniere, un esploratore dello spazio profondo che ha aperto la strada a un campo di studio rivoluzionario. Il suo retaggio continuerà a ispirare coloro che cercano di svelare i segreti più profondi dell’universo e di rispondere alla domanda fondamentale: siamo soli?