Mercury 7: Viaggio nella Storia del 15 Maggio 1963

Mercury 7: Viaggio nella Storia del 15 Maggio 1963

I sette astronauti del programma Mercury rappresentano una pietra miliare fondamentale nella storia dell’esplorazione spaziale e della corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Noti anche come i “Sette Originali “, questi coraggiosi pionieri, tra cui John Glenn e Alan Shepard, furono selezionati dalla NASA nel 1959 per diventare i primi astronauti americani a orbitare attorno alla Terra.

I sette astronauti del progetto Mercury – Scott Carpenter, Gordon Cooper, John Glenn, Gus Grissom, Wally Schirra, Alan Shepard e Deke Slayton – intrapresero le prime missioni spaziali statunitensi con equipaggio dal 1961 al 1963. Le loro imprese rivoluzionarie, come il volo orbitale di Friendship 7 pilotato da Glenn e la missione di 22 orbite di Cooper a bordo di Faith 7, prepararono la strada per i successivi programmi Gemini e Apollo della NASA, culminati con lo sbarco sulla Luna.

Origini della Corsa allo Spazio

Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, una nuova competizione prese piede tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica: la corsa allo spazio. Questa sfida rappresentava un’estensione della Guerra Fredda, con entrambe le superpotenze impegnate a dimostrare la superiorità delle proprie tecnologie, capacità militari e sistemi politico-economici.

Il 4 ottobre 1957, l’Unione Sovietica lanciò con successo il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, sfruttando un missile balistico intercontinentale R-7. Questo evento colse di sorpresa gli Stati Uniti, che vedevano lo spazio come la nuova frontiera da esplorare, seguendo la tradizione americana. Divenne quindi cruciale non perdere troppo terreno rispetto ai sovietici.

Nascita del Programma Mercury

In risposta al lancio dello Sputnik, il presidente Eisenhower ordinò la creazione della NASA (National Aeronautics and Space Administration) nel 1958, un’agenzia civile dedicata all’esplorazione spaziale. Nello stesso anno, gli Stati Uniti lanciarono il loro primo satellite, l’Explorer 1, progettato sotto la guida del famoso scienziato missilistico Wernher von Braun.

Nell’ottobre 1958, appena sei giorni dopo la sua istituzione, la NASA diede il via al Progetto Mercury , il primo programma americano per il volo spaziale umano. Gli obiettivi principali di Mercury erano:

  1. Posizionare una navicella spaziale con equipaggio in orbita terrestre.
  2. Investigare le capacità di prestazione dell’uomo e la sua abilità di funzionare nell’ambiente spaziale.
  3. Recuperare in sicurezza l’astronauta e la navicella.

Il Progetto Mercury si protrasse per quasi cinque anni, dal 1961 al 1963, con sei missioni complessive.

Selezione degli Astronauti

Nel 1959, la NASA annunciò la selezione dei sette astronauti che avrebbero intrapreso le missioni Mercury, noti come i “Mercury Seven”. Questi coraggiosi pionieri, tra cui John Glenn e Alan Shepard, divennero il fulcro di tutti gli sforzi del programma spaziale americano.

Le date chiave del Progetto Mercury includono:

  • 10 aprile 1959: Presentazione al pubblico dei sette astronauti
  • 5 maggio 1961: Alan Shepard diventa il primo americano nello spazio
  • 20 febbraio 1962: John Glenn è il primo americano a orbitare attorno alla Terra
  • 25 maggio 1961: Il presidente John F. Kennedy annuncia l’ambizioso obiettivo di inviare un americano sulla Luna entro la fine del decennio
  • 15 maggio 1963: Gordon Cooper completa 22 orbite a bordo di Faith 7, l’ultimo volo del programma Mercury

I sette astronauti del Mercury – Scott Carpenter, Gordon Cooper, John Glenn, Gus Grissom, Wally Schirra, Alan Shepard e Deke Slayton – gettarono le basi per i successivi successi dei programmi Gemini e Apollo della NASA, culminati con lo sbarco sulla Luna.

Origini dei Criteri di Selezione

Nel 1958, quando la NASA diede il via al Progetto Mercury, il primo programma americano per il volo spaziale umano, fu necessario stabilire dei criteri rigorosi per la selezione degli astronauti. Inizialmente, l’agenzia spaziale aveva previsto di reclutare 150 volontari provenienti dalle comunità scientifiche e militari.

L’idea era che almeno 36 di questi volontari avrebbero superato un’attenta selezione e sarebbero stati sottoposti a una serie di valutazioni fisiche e psicologiche. Tra questi 36 candidati, la NASA avrebbe scelto 12 persone per un periodo finale di nove mesi di addestramento e test, seguito dalla selezione di sei astronauti finalisti.

Requisiti Iniziali

I requisiti iniziali per i candidati astronauti erano piuttosto ampi e comprendevano:

  1. Almeno tre anni di esperienza lavorativa nelle scienze fisiche, matematiche, biologiche o psicologiche, o almeno tre anni di esperienza in lavori tecnici o ingegneristici in un programma di ricerca e sviluppo.
  2. Almeno tre anni di esperienza nell’operare palloni aerostatici, aeromobili o sommergibili come comandante, pilota, navigatore, ufficiale delle comunicazioni, ingegnere o in qualsiasi posizione tecnica correlata.
  3. In alternativa, un dottorato di ricerca in una disciplina scientifica o ingegneristica, più almeno sei mesi di esperienza professionale in quella disciplina.

Inoltre, i candidati dovevano dimostrare la volontà di accettare rischi paragonabili a quelli del volo di aerei da ricerca moderni, la capacità di tollerare condizioni ambientali rigorose e severe, e l’abilità di reagire adeguatamente in situazioni di stress o emergenza.

Criteri Definitivi

Tuttavia, i criteri definitivi per i candidati astronauti del Progetto Mercury furono molto più rigidi e selettivi:

  • Sesso maschile
  • Età non superiore ai 40 anni
  • Altezza non superiore a 1,80 metri
  • Eccellenti condizioni fisiche
  • Laurea o esperienza equivalente
  • Diplomati alla scuola di pilota collaudatore
  • Almeno 1.500 ore di esperienza di volo
  • Piloti qualificati per jet

L’altezza massima era dettata dalle dimensioni della navicella spaziale Mercury, che non avrebbe potuto ospitare persone più alte. Accettando solo piloti collaudatori militari, inoltre, la NASA semplificò il processo di selezione e soddisfece i requisiti di sicurezza, poiché il ruolo avrebbe quasi certamente comportato la gestione di informazioni riservate.

Il Processo di Selezione Iniziale

Il processo di selezione degli astronauti per il Progetto Mercury ebbe inizio nel gennaio 1959, quando la NASA ottenne i fascicoli di servizio di 508 piloti collaudatori militari dalle varie forze armate statunitensi. Tra questi, 225 provenivano dall’Aeronautica Militare, 225 dalla Marina, 23 dal Corpo dei Marines e 35 dall’Esercito.

Un comitato di selezione composto da Charles Donlan, Warren North, Stanley White, William Augerson, Allen Gamble, Robert Voas, George Ruff ed Edwin Levy esaminò attentamente questi fascicoli, identificando 110 piloti che soddisfacevano i rigorosi requisiti https://en.wikipedia.org/wiki/Mercury_Seven stabiliti dalla NASA.

Le Prime Fasi di Selezione

  1. Briefing e Interviste Iniziali

I 110 candidati furono suddivisi in tre gruppi. Il primo gruppo di 35 piloti fu convocato al Pentagono il 2 febbraio 1959 per un briefing e delle interviste. Gli ufficiali della Marina e dei Marines furono accolti dall’Ammiraglio Arleigh Burke, mentre quelli dell’Aeronautica dal Generale Thomas D. White, i quali ribadirono il loro sostegno al programma spaziale.

I candidati ricevettero tre briefing dalla NASA: uno sul Progetto Mercury, uno sul ruolo del pilota e uno sul programma di addestramento previsto. Furono inoltre sottoposti a colloqui individuali con il comitato di selezione della NASA.

  1. Test Psicologici e Medici

Il giorno seguente, i restanti candidati si recarono presso la sede della NASA a Washington D.C. per ulteriori screening. Voas li sottopose a una serie di test standardizzati per valutare il QI, l’attitudine ingegneristica e le capacità matematiche. Donlan, North e Gamble li intervistarono su questioni tecniche e sulle loro motivazioni. Due psichiatri dell’Aeronautica, Ruff e Levy, li valutarono dal punto di vista psicologico, mentre il chirurgo di volo Augerson esaminò le loro cartelle cliniche.

Alcuni candidati furono scartati perché superavano il limite di altezza previsto.

Seconda Fase di Selezione

Il processo fu ripetuto una settimana dopo con un secondo gruppo di 34 candidati. Dei 69 iniziali, 6 furono esclusi per l’altezza eccessiva, 15 per altre ragioni e 16 si ritirarono volontariamente. Rimasero così 32 candidati: 15 della Marina, 15 dell’Aeronautica e 2 dei Marines.

Poiché questo numero era superiore alle aspettative, la NASA decise di non valutare gli altri 41 candidati e di ridurre il numero di astronauti da selezionare a soli 6 invece di 12.

Le Prove Finali

I 32 candidati rimasti furono quindi sottoposti a una serie estenuante di test fisici e psicologici presso la Lovelace Clinic e il Wright Aerospace Medical Laboratory tra gennaio e marzo 1959, sotto la direzione del Generale Albert H. Schwichtenberg.

I test includevano ore su treadmill e tavoli basculanti, immersione dei piedi in acqua ghiacciata, tre dosi di olio di ricino e cinque clisteri. Solo un candidato, Jim Lovell, fu eliminato per motivi medici in questa fase, una diagnosi che si rivelò in seguito errata. Tredici altri furono raccomandati con riserve.

La Selezione Finale

Alla fine, il direttore del Progetto Mercury Robert Gilruth si trovò nell’impossibilità di selezionare solo 6 astronauti dai 18 finalisti e, contro ogni previsione, ne scelse 7. Donlan contattò personalmente questi 7 uomini per chiedere loro se fossero ancora disposti ad accettare la posizione di astronauta del Progetto Mercury, e tutti accettarono con entusiasmo.

I Sette Originali

Il 9 aprile 1959, la NASA presentò pubblicamente i sette astronauti selezionati per il Progetto Mercury, noti come i “Mercury Seven” o “Sette Originali”. Questi coraggiosi pionieri furono Scott Carpenter, Gordon Cooper, John Glenn, Gus Grissom, Wally Schirra, Alan Shepard e Deke Slayton.

Tutti erano uomini bianchi, poiché le donne non erano ancora ammesse nelle scuole di piloti collaudatori militari e il primo afroamericano a laurearsi alla USAF Experimental Test Pilot School, John L. Whitehead Jr., lo fece solo nel gennaio 1958, non rientrando tra i finalisti.

Pur essendo scelti in base a rigorosi criteri, i Sette Originali condividevano molte altre somiglianze. Quattro di loro portavano il nome dei rispettivi padri, erano i figli maschi primogeniti o unici nelle loro famiglie, nati e cresciuti in piccole città degli Stati Uniti. Inoltre, erano tutti sposati con figli e di fede protestante.

Profili dei Sette Astronauti

Età, Altezza e Peso

Le età dei Mercury Seven al momento della selezione variavano dai 32 anni di Cooper ai 37 di Glenn. Shepard era il più alto con 1,80 metri, mentre Grissom il più basso con 1,70 metri. Il peso non era un criterio rigido come l’altezza, ma la navicella Mercury imponeva un limite di 82 kg. Cooper pesava solo 68 kg, Glenn era al limite massimo di 82 kg e Schirra superava leggermente il limite a 84 kg, dovendo perdere peso per essere accettato. Entrambi dovettero controllare attentamente il loro peso durante il programma spaziale. I loro QI variavano da 135 a 147.

Istruzione e Formazione

Tutti e sette avevano frequentato istituti post-secondari negli anni ’40. Dei cinque che avevano completato la laurea prima della selezione, Shepard e Schirra si erano diplomati rispettivamente nel 1944 e 1945 all’Accademia Navale degli Stati Uniti ad Annapolis. Cooper conseguì una laurea in ingegneria aerospaziale all’Air Force Institute of Technology nel 1956, dopo un decennio di studi intermittenti. Grissom ottenne una laurea in ingegneria meccanica alla Purdue University nel 1950 e una seconda in aeromeccanica all’AFIT nel 1956. Slayton si laureò in ingegneria aeronautica all’Università del Minnesota nel 1949.

In media, avevano accumulato 3.500 ore di volo, di cui 1.700 su jet. La maggior parte erano piloti da caccia, tranne Carpenter che aveva volato principalmente su aerei da pattugliamento plurimotore.

Glenn e Carpenter non soddisfacevano pienamente i requisiti delle loro università. Glenn non aveva completato l’ultimo anno di residenza o l’esame finale, mentre Carpenter non aveva terminato il corso di trasferimento di calore. Entrambi furono ammessi per equivalenza professionale e si laurearono dopo i loro voli spaziali del 1962: Glenn in ingegneria al Muskingum College e Carpenter in ingegneria aeronautica all’Università del Colorado a Boulder.

Deke Slayton

Nonostante le approfondite visite mediche, Slayton aveva una fibrillazione atriale non diagnosticata, che lo costrinse a essere messo a terra due mesi prima di quello che sarebbe stato il suo primo volo spaziale, la seconda missione orbitale del programma Mercury.

Presentazione al Pubblico

Il 9 aprile 1959, nella sala da ballo della Dolley Madison House a Lafayette Square a Washington D.C., gli astronauti furono presentati al pubblico per la prima volta dall’amministratore della NASA T. Keith Glennan, in ordine alfabetico: “Malcolm S. Carpenter, Leroy G. Cooper, John H. Glenn, Virgil I. Grissom, Walter M. Schirra, Alan B. Shepard e Donald K. Slayton…gli astronauti del programma Mercury della nazione!”

Tutti avevano un background militare come piloti collaudatori: Carpenter si era arruolato nella Marina nel 1943 e si era diplomato alla U.S. Naval Test Pilot School nel 1954; Cooper si era unito all’Aeronautica nel 1949 e si era laureato alla USAF Experimental Flight Test Pilot School nel 1956; Glenn si era arruolato nei Marine nel 1943 e si era qualificato come pilota collaudatore alla U.S. Naval Test Pilot School nel 1954; Grissom si era unito all’Aeronautica nel 1950 e si era diplomato alla USAF Experimental Flight Test Pilot School nel 1956; Schirra si era laureato all’Accademia Navale nel 1945 e si era qualificato come pilota collaudatore alla U.S. Naval Test Pilot School nel 1958; Shepard si era laureato all’Accademia Navale nel 1944 e si era qualificato come pilota collaudatore alla U.S. Naval Test Pilot School nel 1950; Slayton si era arruolato nell’Army Air Corps nel 1942 e si era diplomato alla U.S. Air Force Test Pilot School nel 1955.

Creazione di una Nuova Professione e Immagine dei Mercury Seven

I Mercury Seven hanno creato una nuova professione negli Stati Uniti, stabilendo l’immagine dell’astronauta americano per decenni a venire. Nonostante fossero militari in servizio attivo, venivano pagati secondo il loro grado e ricevevano un’indennità giornaliera di 9 dollari (equivalenti a 94 dollari nel 2023) per i viaggi di un giorno e 12 dollari (125 dollari nel 2023) per quelli con pernottamento, che non copriva i costi di hotel e ristoranti. Di conseguenza, gli astronauti evitavano di spendere soldi durante i viaggi, essendo personalmente responsabili per le spese eccedenti l’indennità.

I Mercury Seven stabilirono lo stile e l’aspetto degli astronauti. Come ricordò Gene Kranz: “Imparai presto che se vedevi qualcuno con una camicia a maniche corte Ban-Lon e occhiali da aviatore, stavi guardando un astronauta”. Nonostante l’intenso addestramento, bevevano e facevano festa. Alcuni ebbero relazioni con le groupie che li circondavano. La NASA cercò attivamente di proteggere gli astronauti e l’agenzia da pubblicità negativa, mantenendo un’immagine di “ragazzi americani puliti e ordinati”.

Impatto Culturale e Mediatico

La stampa era particolarmente affezionata a John Glenn, considerato il miglior oratore dei sette. Vendettero le loro storie personali a Life magazine, che li ritrasse come “patriottici, timorati di Dio e uomini di famiglia”. Life poté anche essere presente a casa con le famiglie mentre gli astronauti erano nello spazio.

I Mercury Seven scrissero resoconti di prima mano sulla loro selezione e preparazione per le missioni Mercury nel libro del 1962 We Seven. Nel 1979 Tom Wolfe pubblicò una versione meno edulcorata della loro storia in The Right Stuff, che divenne la base per l’omonimo film del 1983 diretto da Philip Kaufman e la serie TV del 2020.

Eredità e Impatto Duraturo

Insieme a Betty Grissom, vedova di Gus Grissom, nel 1984 gli astronauti Mercury fondarono la Mercury Seven Foundation, che raccoglie fondi per borse di studio universitarie in scienze e ingegneria. Fu rinominata Astronaut Scholarship Foundation nel 1995. Shepard ne fu eletto primo presidente e presidente, cariche che ricoprì fino al 1997, quando gli subentrò Jim Lovell.

Glenn divenne il primo americano in orbita nel 1962. Nel 1998, a 77 anni, volò sullo Space Shuttle Discovery, diventando la persona più anziana ad andare nello spazio. Fu l’ultimo dei Mercury Seven in vita quando morì nel 2016 a 95 anni.

I personaggi Scott, Virgil, Gordon, John e Alan Tracy della serie TV Thunderbirds di Gerry Anderson furono chiamati in onore degli astronauti Carpenter, Grissom, Cooper, Glenn e Shepard.

Conclusioni

Dalle imprese rivoluzionarie dei sette coraggiosi astronauti del Progetto Mercury sono nate le pietre miliari dell’esplorazione spaziale statunitense. Il loro incredibile coraggio e dedizione hanno aperto la strada ai futuri successi, permettendo agli Stati Uniti di raggiungere traguardi inimmaginabili come lo sbarco sulla Luna . Nonostante le sfide e i rischi affrontati, questi pionieri hanno incarnato lo spirito pionieristico americano, ispirando intere generazioni a inseguire i propri sogni.

La loro eredità continua ancora oggi, attraverso l’Astronaut Scholarship Foundation che supporta gli studenti nelle discipline scientifiche e ingegneristiche. Gli astronauti del Mercury hanno creato un’immagine indelebile dell’esploratore spaziale americano, rendendosi esempi viventi del valore, dell’integrità e della determinazione necessarie per spingersi oltre i confini dell’ignoto.

FAQs

Qual è stato il primo programma degli Stati Uniti che ha incluso missioni spaziali con equipaggio?

Il programma Mercury, noto anche come progetto Mercury, è stato il primo programma degli Stati Uniti dedicato a missioni spaziali con equipaggio.

Quali nazioni hanno la capacità di inviare esseri umani nello spazio?Fino ad oggi, solo tre paesi hanno sviluppato veicoli spaziali capaci di trasportare esseri umani nello spazio: gli Stati Uniti d’America, la Cina e la Russia.

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